Se sei tra chi ha riempito i post sui Social con trenini di Hashtag preparati: l’era degli hashtag come pilastro del Social Media Marketing sta tramontando.
Lo dicono i dati, gli algoritmi e persino i CEO delle principali piattaforme.
Facciamo luce su cosa sta succedendo e, soprattutto, su come reinventare la vostra strategia.
Per anni, gli hashtag sono stati la bussola che guidava utenti e brand nella ricerca di contenuti e nella costruzione di community online.
Tuttavia, oggi assistiamo a un cambiamento radicale: le piattaforme social hanno ridotto la loro dipendenza da questi metadati, puntando invece su algoritmi sofisticati e approcci di “Social SEO” che valorizzano la qualità dei contenuti e il contesto.
Il contesto: algoritmi che pensano (e vedono) come umani
Negli ultimi 10 anni, gli hashtag sono stati il “passaporto” per farsi scoprire sui social. Oggi, però, piattaforme come Instagram, X (Twitter) e Facebook hanno sostituito quella logica rudimentale con intelligenze artificiali in grado di comprendere immagini, video e testi.
- Instagram analizza i colori di una foto, riconosce un paesaggio o un prodotto, e classifica i post in base alle parole chiave scritte nel testo, non solo negli hashtag.
- X (Twitter) utilizza modelli linguistici avanzati per associare i tweet a interessi specifici degli utenti, senza bisogno di #help.
- TikTok addestra i suoi algoritmi a prevedere cosa ci piacerà guardare, basandosi su micro-interazioni (anche un semplice rallentamento dello scroll).
Il punto: gli hashtag sono diventati ridondanti per le piattaforme. Ma non solo: in alcuni casi, usarli male può persino danneggiare la vostra visibilità.
Cosa dicono (davvero) i Big dei social?
Le dichiarazioni ufficiali dei leader confermano la tendenza:
- Instagram: addio alla “caccia all’hashtag”
Adam Mosseri, CEO di Instagram, ha tagliato corto: “Gli hashtag non migliorano la portata. Se li usate, sceglietene 2-3 davvero rilevanti”. Da Dicembre 2024, non è più possibile seguirli, e la piattaforma spinge sulla Social SEO: ottimizzare i testi con parole chiave (es. “ricetta veloce per dolci”) e sfruttare l’analisi visiva (es. foto di un cupcake riconosciuto come dessert). - X (Twitter): la guerra di Musk al “#”
Elon Musk ha definito gli hashtag “reliquie esteticamente orrende”, invitando gli utenti a evitarli. Con l’integrazione di Grok (l’AI di X), i tweet vengono contestualizzati automaticamente: se parlate di yoga, l’algoritmo lo capirà anche senza #namaste. - Facebook: meno è meglio
Le statistiche mostrano che un solo hashtag, ben scelto, genera un engagement migliore rispetto a un trenino di etichette. Questa evidenza supporta un approccio minimalista e mirato, capace di mantenere il focus sul messaggio principale.
Perché gli hashtag stanno perdendo rilevanza? Tre motivi concreti
- Gli algoritmi avanzati sono diventati psicologi (e occhi elettronici)
Le IA analizzano ogni dettaglio: dal tono emotivo di una caption alla presenza di un cane in un video.
Un post su un corso di formazione per cani avrà visibilità anche senza #dogtrainer, purché il testo includa termini come “educazione cinofila” o “puppy class”. - La priorità è l’interazione autentica
Il successo sui social media oggi è determinato da contenuti autentici e coinvolgenti, capaci di stimolare discussioni e relazioni, invece di affidarsi a formule standardizzate. - Social SEO
Google indicizza i social: parole chiave strategiche nei testi (es. “negozio vintage Roma”) aiutano i post a comparire nei risultati di ricerca, dentro e fuori le piattaforme.
Quando (e come) usare gli hashtag nel 2025
Non fraintendermi: gli hashtag non sono del tutto morti. In contesti mirati, possono ancora svolgere un ruolo strategico, vanno solo usati con chirurgica precisione:
- Per entrare in comunità di nicchia: se il tuo obiettivo è raggiungere un pubblico specifico – pensa ad esempio a #BookTok su TikTok o a hashtag legati a eventi particolari – un uso attento e moderato può rafforzare il senso di appartenenza e facilitare la ricerca di contenuti pertinenti.
- Campagne di branding: Nel contesto di campagne promozionali o iniziative per monitorare il contenuto generato dagli utenti (UGC), gli hashtag possono fungere da strumento di aggregazione e misurazione.
- Categorizzazione: Anche se non influenzano direttamente la portata, forniscono un’indicazione del tema trattato, aiutando alcuni utenti a orientarsi in un mare di informazioni.
Come utilizzare strategicamente gli hashtag nel 2025
Se decidi di continuare ad usare gli hashtag, è importante adottare una strategia più oculata e mirata.
Ecco alcuni consigli pratici:
- Meno è meglio: Limita il numero di hashtag a 2-4, scegliendoli in base alla loro pertinenza e specificità.
- Evita l’ovvio: Hashtag troppo generici come #Love o #Happy, per quanto accattivanti, non aggiungono valore reale al tuo contenuto.
- Adatta la strategia alla piattaforma: Ogni social ha le sue peculiarità: mentre Instagram e Facebook privilegiano contenuti di alta qualità e interazione autentica, piattaforme come TikTok possono ancora trarre beneficio da hashtag ben mirati per scoprire contenuti di nicchia.
- Integra con Social SEO: Affianca sempre l’uso moderato degli hashtag a una strategia di ottimizzazione dei contenuti, curando parole chiave e l’aspetto visivo del post.
Cosa fare al posto degli hashtag? La checklist pratica
- Scrivi per gli umani (e per Google)
Inserisci parole chiave naturali nei testi: invece di “Scopri la nostra nuova collezione #shoes #fashion”, prova con “Scarpe comode per camminare tutto il giorno? La nuova collezione autunno 2025 è in negozio”. - Punta su contenuti “salvabili”
Tutorial, liste pratiche (es. “5 errori da evitare nel restauro mobile”) o template scaricabili invitano gli utenti a salvare il post, un segnale che gli algoritmi adorano. - Lavora sulle immagini
Su Instagram, aggiungi testo alle Stories (l’AI lo legge) e usa didascalie descrittive per le foto (es. “Torta al cioccolato senza glutine”, non solo una foto con #dessert).
è la fine, è un’evoluzione
Gli hashtag non muoiono, diventano accessori invece che fondamenta. Il futuro del Social Media Marketing è contenuti pensati per persone reali, ottimizzati per algoritmi sempre più sofisticati.
La buona notizia? Chi smetterà di riempire post di # a caso e si concentrerà su qualità, parole chiave strategiche e interazioni autentiche, avrà un vantaggio competitivo enorme.
Personalmente, credo che il declino degli hashtag rappresenti non solo una sfida, ma soprattutto un’opportunità per ripensare il nostro approccio alla comunicazione digitale.
Adattarsi a questi cambiamenti significa mettersi al passo con le evoluzioni del mercato e, soprattutto, saper cogliere nuove possibilità di interazione e coinvolgimento.
Grazie mille di avermi seguito fino alla fine di questo articolo sulle dimensioni consigliate per i contenuti Social nel 2025. Ora tocca a te.
Se hai bisogno di ulteriori informazioni, di un preventivo o di una consulenza puoi compilare il modulo sottostante o puoi venirmi a trovare sulla Pagina Facebook Ufficiale di Empaticom
Cosa posso fare per te e per la tua attività?
Sei il titolare di una Medio/Piccola Attività, un Professionista, un Artigiano o un Commerciante?
Posso aiutarti a raccontare la TUA STORIA e le TUA UNICITA’, valorizzare la TUA ATTIVITA’ e far conoscere i TUOI PRODOTTI/SERVIZI attraverso i Social